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domenica 10 aprile 2011

L'incidente di Fukushima: non vi è al momento allarme!

Ci dobbiamo credere?

Comunicato stampa a cura del consiglio direttivo dell'associazione italiana della tiroide.

Il precedente incidente nucleare di Chernobyl avvenuto 25 anni fa ci ha insegnato che l’esposizione alle radiazioni emesse dagli isotopi radioattivi, e in particolar di quelli dello Iodio, contenuti nella nube tossica che si liberò dall’incendio del reattore, ha causato un notevole incremento del carcinoma papillare della tiroide nei bambini e negli adolescenti.
Furono soprattutto i bambini che all’epoca dell’incidente nucleare avevano da 0 a 4 anni. Il problema ha essenzialmente riguardato la popolazione che viveva nelle aree limitrofe alla centrale nucleare ed è stato più significativo nelle popolazioni che vivevano in situazione di iodocarenza, nelle quali la ghiandola tiroide è più avida di iodio.
Ad oggi non sono state ancora rilevate altre conseguenze eccetto un transitorio incremento di patologia tiroidea di tipo autoimmune e di noduli tiroidei sempre a carico delle popolazioni locali esposte alla nube tossica.
L’esperienza derivata dall’incidente nucleare di Chernobyl ha permesso di stabilire che:
1) La tiroide è l’organo più danneggiato dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti;
2) I bambini, compresi quelli in utero, e gli adolescenti sono il gruppo di soggetti più a rischio;
3) La carenza iodica favorisce il danno tiroideo da radiazioni emesse dallo iodio radioattivo.

Nel caso attuale dell’incidente della centrale di Fukushima la popolazione residente in Italia, non è esposta in modo significativo e quindi non sono necessarie precauzioni specifiche che, al contrario, potrebbero risultare nocive se eseguite senza necessità. Tuttavia questa triste occasione ci ricorda ancora una volta quanto sia importante la profilassi iodica con sale iodato al di fuori e a prescindere dalla esposizione a radiazioni ionizzanti.
Tale profilassi deve essere quotidianamente eseguita in tutta la popolazione, dai bambini agli anziani, alle donne in gravidanza. Il suo scopo principale è quello di prevenire il gozzo ed i noduli tiroidei, ma allo stesso tempo, rendendo la tiroide meno avida di iodio, farà sì che, nel caso di esposizione allo iodio radioattivo, questi vengano assorbiti in quantità minore o nulla riducendo o addirittura evitando il danno da radiazioni.
Le misure da prendere nei soggetti esposti a radiazioni ionizzanti, in questo caso solo le persone che si trovano attualmente o si siano trovate al momento dell’incidente nucleare, nelle zone limitrofe a Fukushima sono le seguenti:
1) Evitare di stare all’aperto per evitare l’esposizione alle sostanze radioattive trasportate dalla nube tossica e quindi presenti nell’aria;
2) Evitare di inalare e/o ingerire sostanze e cibi contaminati;
3) Assumere iodio “freddo” sotto forma di ioduro di potassio (i.e. Soluzione satura di Lugol [ioduro di potassio], 5 gtt per 3 volte al giorno) durante le ore successive e per 7-10 gg successivi all’esposizione.

Queste misure devono però essere prese solo ed esclusivamente se c’è un reale rischio di esposizione e solo da parte delle popolazioni realmente esposte e in particolare dai bambini e giovani adulti.
Per quanto riguarda gli adulti sopra i 45 anni invece, non solo non c’è evidenza che debbano intraprendere la profilassi iodica ma quest’ultima potrebbe in certi casi essere addirittura controindicata, come ad esempio in coloro che presentano già una patologia tiroidea.

Vi ricordo che la legge del 21 marzo 2005, n.55 (disposizioni finalizzate alla prevenzione del gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica)  dice testualmente: "La presente legge definisce, ai fini della iodioprofilassi, le modalita' di utilizzo e di vendita del sale alimentare arricchito con iodio destinato al consumo diretto oppure impiegato come ingrediente nella preparazione e nella conservazione dei prodotti alimentari".